Arte Materica

Minerva Memore


pittoscultura, tela di cotone montata su supporto di faesite, 2021
Arte digitale

Trono Binael Arcangelo (a)


Digital painting, a scelta: cartoncino o tela, 2023
Pittura

Canto libero


olio su tela, tela, 2018
Pittura

Bonus Eventus


personale, lavagnetta di faesite, 2019
Pittura

Dioscuri


gouache, tela, 2010
01 5

Antonia Calabrese Artworks

* Avviso sul Copyright / Copyright Notice © Antonia Calabrese (IT) Tutte le opere originali presentate in questo sito sono creazioni dell'autrice Antonia Calabrese e sono tutelate dalla normativa sul diritto d'autore. È vietata ogni forma di riproduzione, totale o parziale, delle immagini, dei testi e di qualsiasi contenuto presente su questo sito, senza esplicita autorizzazione preventiva dell’autrice (ai sensi del D.lgs. 68/2003). (EN) All original artworks featured on this website are the exclusive property of the author Antonia Calabrese and are protected by copyright law. Any reproduction, in whole or in part, of images, texts, or content from this site is strictly prohibited without prior written consent from the author.

artista e scrittrice indipendente

Antonia Calabrese Artworks
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57 opere

MAMutazionismo evocativo

Mamutazionismo Evocativo: una visione artistica tra mito, simbolo e contemporaneità

Il Mamutazionismo Evocativo è uno stile pittorico contemporaneo ideato da Antonia Calabrese, che coniuga arte figurativa, simbolismo e spiritualità attraverso un linguaggio originale e profondamente evocativo. Nasce dall’esigenza di ricollegarsi alle radici mitologiche dell’umanità, risvegliando gli archetipi che abitano l’inconscio collettivo.

Questo stile si colloca all’incrocio tra arte sacra, pittura simbolica e ricerca interiore, e si distingue per l’uso di forme riconoscibili, gestualità arcaiche, e presenze divine che affiorano sulla tela come visioni atemporali.

* Cos'è il mamutazionismo evocativo?

Il termine “mamutazionismo” nasce dalla fusione immaginativa di “mutazione” e “mammuth”, a indicare un’evoluzione che guarda al passato per rigenerare il presente. Si tratta di un movimento artistico personale che si nutre di mito, storia antica e metafisica, trasformando ogni opera in un atto di evocazione archetipica.

L'aggettivo “evocativo” sottolinea l’intento principale di questa corrente: richiamare (come in un rituale di evocatio) le forze spirituali e mitiche, rendendole visibili e attive nella dimensione dell’arte.

* Caratteristiche dello stile
  • Forte contenuto simbolico e mitologico: le divinità greche e romane sono protagoniste, reinterpretate in chiave attuale e spirituale.

  • Presenza umana e divina: l’essere umano è rappresentato in relazione con il sacro, in un dialogo visivo e interiore.

  • Colori intensi, tecniche miste: olio, gouache, acrilici si combinano per dare corpo a visioni dense di significato.

  • Stile figurativo personale: le forme non mirano al realismo accademico, ma alla riconoscibilità emotiva e archetipica.

  • Narratività atemporale: ogni opera è un frammento di mito che agisce nel presente.

* Perché il mamutazionismo evocativo è attuale

In un’epoca in cui l’arte spesso si riduce a provocazione vuota o a pura decorazione, il mamutazionismo evocativo restituisce senso, spiritualità e bellezza alla creazione artistica. È una risposta all’aridità contemporanea: un ritorno al sacro come dimensione estetica, non religiosa ma universale.

Questo stile trova interesse crescente tra collezionisti, gallerie e appassionati d’arte simbolica e mitologica, che cercano opere capaci di parlare all’anima e non solo agli occhi.

[Antonia Calabrese © 2009 -2025]

[arte mitologica contemporanea, pittura evocativa, arte simbolica, stile pittorico personale, divinità greche nell’arte, arte sacra moderna, mamutazionismo evocativo, arte e mito, arte spirituale, Antonia Calabrese pittrice, arte archetipica]
* Scopri di più

Sfoglia la Galleria delle Opere per immergerti nel mondo del mamutazionismo evocativo. Ogni quadro è un portale verso l’antico, un incontro con il divino, una narrazione senza tempo che parla al cuore di chi guarda.

Il ciclo pittorico “Trionfo degli Dei”

Ciò che vedete — o, meglio, ciò che vi guarda — è parte di un ambizioso ciclo pittorico che ho intitolato Trionfo degli Dei, iniziato nel 2009 come un atto di resistenza estetica, un’eresia contro l’oblio e la mediocrità. Una ricerca ostinata del bello, del simbolico, del metafisico. Qui il Mito non è citazione colta, ma presenza viva, atemporale, necessaria.

Le divinità dell’Olimpo — i nostri padri, i nostri archetipi — non sono scomparse: sono state perseguitate, sì, umiliate, crocifisse dal monoteismo trionfante, ma mai dimenticate. Hanno resistito nei corridoi della letteratura, tra le pagine dei poeti, nei sogni degli artisti. E oggi, attraverso queste opere, ritornano.

Ritornano con grazia e potenza, con quella loro giovinezza perenne, quella luce primigenia che squarcia le tenebre del nostro presente anestetizzato. Non sono soltanto immagini; sono presenze, epifanie. Parlano, ammoniscono, curano. Ci ricordano chi siamo e da dove veniamo.

In un’epoca in cui l’uomo ha smarrito il sacro, in cui tutto è ridotto a funzione, consumo e rumore, questi Dei tornano per scompigliare l’ordine sterile, per riaccendere il fuoco dello spirito. Non sono consolazioni decorative: sono interventi divini nel caos dell’oggi. Sono i numi della nostra inquietudine.

Che li si tema o li si veneri, poco importa. Restano simboli eterni, specchi profondi dell’anima collettiva. Parlano di amore e di distruzione, di bellezza e abisso. E soprattutto parlano ancora: hanno ancora molto da dire, a chi ha orecchie per intendere.

Siamo la loro stirpe. La stirpe degli Dei.

Il nostro presente non può essere compreso — né redento — senza un ritorno al Classico, senza immergersi nel pensiero simbolico e rituale dell’antichità, in quella visione del mondo che non descrive, ma evoca. Ed è proprio in questa evocazione che si radica il mio stile, che ho definito “mamutazionismo evocativo”: una mutazione pittorica che non copia, non ripete, ma riattiva l’archetipo, chiama a sé la divinità, come nell’antica evocatio romana.

Le mie opere non illustrano: invitano, chiamano, fanno apparire. Rendono di nuovo presente ciò che il tempo voleva cancellare. È arte sacra, non nel senso liturgico, ma nel senso più profondo e pagano del termine: arte che custodisce e risveglia il sacro che dorme in noi [Antonia Calabrese © 2019-2025].

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24 opere

MAMutazionismo astratto

Stile e Movimento (MAM): Mamutazionismo Astratto 
1. Origine

Il mamutazionismo astratto nasce dall’urgenza interiore di rappresentare ciò che non può essere detto, ciò che cambia, muta, si trasforma, si decompone e si ricompone. È un linguaggio visivo nato dalla carne viva dell’istinto, ma forgiato nella consapevolezza del gesto artistico. Non imita la realtà, la smonta.

2. Mutazione come principio

La mamutazione è la forma in divenire. Non è evoluzione lineare, ma esplosione organica e disarticolata della forma e del colore. Ogni opera è un processo, un corpo che si trasforma sotto gli occhi dell’artista e dell’osservatore. Niente è stabile, tutto pulsa.

3. Astratto, ma non neutro

L’astrazione nel mamutazionismo non è fuga dalla realtà, bensì sua trasfigurazione. È la realtà interiore, l’archetipo emotivo, la memoria inconscia che prende forma attraverso il colore, la materia, il gesto. L’immagine astratta è viva perché mutante.

4. Materia e gesto

La tecnica è il territorio della libertà e della ribellione. L’olio su carta, supporto prediletto, si lascia penetrare, macchiare, vibrare. Il gesto pittorico non è preordinato: è traccia di una lotta, di un grido, di un’intuizione. La superficie si fa campo di battaglia del sé.

5. Occhio e visione

Nel mamutazionismo, l’occhio non è solo organo della vista, ma portale verso altre dimensioni del percepibile. L’“Occhio di Odino” ne è emblema: sacrificare la vista esteriore per accedere alla saggezza interiore. L’arte diventa così atto sciamanico e rivelazione.

6. Contro la sterilità del controllo

Il mamutazionismo astratto rifiuta il dominio della forma perfetta, del calcolo, del progetto chiuso. L’opera è aperta, imperfetta, contaminata. È organismo autonomo. L’artista diventa canale, medium, e non architetto.

7. Visione individuale, respiro universale

Il mamutazionismo astratto è un viaggio personale, ma non isolato. È una voce che si aggiunge al coro della trasformazione artistica contemporanea. Chi osserva non deve capire: deve sentire. Non deve decifrare: deve lasciarsi attraversare.

Anno del primo battito mamutazionista: [2009]

Conclusione

Il mamutazionismo astratto è una dichiarazione d’indipendenza estetica e spirituale. È pittura viva, visione mutante, identità in divenire.
È arte che nasce dove finisce la forma e inizia il mistero. (Antonia Calabrese © 2009-2025)


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15 opere

Arte digitale

L'arte digitale abbraccia una vasta gamma di espressioni creative che sfruttano le potenzialità dei linguaggi e dei dispositivi digitali, come i computer, le interfacce e le reti. Questo genere artistico ha preso forma fin dagli anni '60 e, con il coinvolgimento di sempre più artisti digitali, si è evoluto in varie sottocategorie distinte.

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Il mio stile. La mia tecnica.

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