57 opere
Mamutazionismo Evocativo: una visione artistica tra mito, simbolo e contemporaneità
Il Mamutazionismo Evocativo è uno stile pittorico contemporaneo ideato da Antonia Calabrese, che coniuga arte figurativa, simbolismo e spiritualità attraverso un linguaggio originale e profondamente evocativo. Nasce dall’esigenza di ricollegarsi alle radici mitologiche dell’umanità, risvegliando gli archetipi che abitano l’inconscio collettivo.
Questo stile si colloca all’incrocio tra arte sacra, pittura simbolica e ricerca interiore, e si distingue per l’uso di forme riconoscibili, gestualità arcaiche, e presenze divine che affiorano sulla tela come visioni atemporali.
* Cos'è il mamutazionismo evocativo?
Il termine “mamutazionismo” nasce dalla fusione immaginativa di “mutazione” e “mammuth”, a indicare un’evoluzione che guarda al passato per rigenerare il presente. Si tratta di un movimento artistico personale che si nutre di mito, storia antica e metafisica, trasformando ogni opera in un atto di evocazione archetipica.
L'aggettivo “evocativo” sottolinea l’intento principale di questa corrente: richiamare (come in un rituale di evocatio) le forze spirituali e mitiche, rendendole visibili e attive nella dimensione dell’arte.
* Caratteristiche dello stile
Forte contenuto simbolico e mitologico: le divinità greche e romane sono protagoniste, reinterpretate in chiave attuale e spirituale.
Presenza umana e divina: l’essere umano è rappresentato in relazione con il sacro, in un dialogo visivo e interiore.
Colori intensi, tecniche miste: olio, gouache, acrilici si combinano per dare corpo a visioni dense di significato.
Stile figurativo personale: le forme non mirano al realismo accademico, ma alla riconoscibilità emotiva e archetipica.
Narratività atemporale: ogni opera è un frammento di mito che agisce nel presente.
* Perché il mamutazionismo evocativo è attuale
In un’epoca in cui l’arte spesso si riduce a provocazione vuota o a pura decorazione, il mamutazionismo evocativo restituisce senso, spiritualità e bellezza alla creazione artistica. È una risposta all’aridità contemporanea: un ritorno al sacro come dimensione estetica, non religiosa ma universale.
Questo stile trova interesse crescente tra collezionisti, gallerie e appassionati d’arte simbolica e mitologica, che cercano opere capaci di parlare all’anima e non solo agli occhi.
[Antonia Calabrese © 2009 -2025]
[
arte mitologica contemporanea, pittura evocativa, arte simbolica, stile pittorico personale, divinità greche nell’arte, arte sacra moderna, mamutazionismo evocativo, arte e mito, arte spirituale, Antonia Calabrese pittrice, arte archetipica]* Scopri di più
Sfoglia la Galleria delle Opere per immergerti nel mondo del mamutazionismo evocativo. Ogni quadro è un portale verso l’antico, un incontro con il divino, una narrazione senza tempo che parla al cuore di chi guarda.
Il ciclo pittorico “Trionfo degli Dei”Ciò che vedete — o, meglio, ciò che vi guarda — è parte di un ambizioso ciclo pittorico che ho intitolato Trionfo degli Dei, iniziato nel 2009 come un atto di resistenza estetica, un’eresia contro l’oblio e la mediocrità. Una ricerca ostinata del bello, del simbolico, del metafisico. Qui il Mito non è citazione colta, ma presenza viva, atemporale, necessaria.
Le divinità dell’Olimpo — i nostri padri, i nostri archetipi — non sono scomparse: sono state perseguitate, sì, umiliate, crocifisse dal monoteismo trionfante, ma mai dimenticate. Hanno resistito nei corridoi della letteratura, tra le pagine dei poeti, nei sogni degli artisti. E oggi, attraverso queste opere, ritornano.
Ritornano con grazia e potenza, con quella loro giovinezza perenne, quella luce primigenia che squarcia le tenebre del nostro presente anestetizzato. Non sono soltanto immagini; sono presenze, epifanie. Parlano, ammoniscono, curano. Ci ricordano chi siamo e da dove veniamo.
In un’epoca in cui l’uomo ha smarrito il sacro, in cui tutto è ridotto a funzione, consumo e rumore, questi Dei tornano per scompigliare l’ordine sterile, per riaccendere il fuoco dello spirito. Non sono consolazioni decorative: sono interventi divini nel caos dell’oggi. Sono i numi della nostra inquietudine.
Che li si tema o li si veneri, poco importa. Restano simboli eterni, specchi profondi dell’anima collettiva. Parlano di amore e di distruzione, di bellezza e abisso. E soprattutto parlano ancora: hanno ancora molto da dire, a chi ha orecchie per intendere.
Siamo la loro stirpe. La stirpe degli Dei.
Il nostro presente non può essere compreso — né redento — senza un ritorno al Classico, senza immergersi nel pensiero simbolico e rituale dell’antichità, in quella visione del mondo che non descrive, ma evoca. Ed è proprio in questa evocazione che si radica il mio stile, che ho definito “mamutazionismo evocativo”: una mutazione pittorica che non copia, non ripete, ma riattiva l’archetipo, chiama a sé la divinità, come nell’antica evocatio romana.
Le mie opere non illustrano: invitano, chiamano, fanno apparire. Rendono di nuovo presente ciò che il tempo voleva cancellare. È arte sacra, non nel senso liturgico, ma nel senso più profondo e pagano del termine: arte che custodisce e risveglia il sacro che dorme in noi [Antonia Calabrese © 2019-2025].
Visualizza